Il palazzo venne edificato all’inizio del Cinquecento, nel luogo ove sorgeva l’antica sinagoga ebraica, dal maestro lombardo Lucio di Pietro.
È un coerente e tipico esempio delle trasformazioni rinascimentali dell’edilizia urbana. La cappella interna, ora sconsacrata, fu decorata nel 1770 dal pittore bolzanino Carl Henrici. I due medaglioni in pietra che sovrastano i portali d’ingresso, opere settecentesche dello scultore Francesco Oradini, raffigurano il Martirio e la Gloria del Simonino: le due scene si riferiscono a un infanticidio rituale, in realtà mai avvenuto, di cui fu accusata nel 1475 la comunità ebraica trentina, che fu per questo perseguitata e dispersa.